Navigare sul fiume Irrawaddy. Benvenuti sullo spettacolo viaggiante.

Perché per viaggiare in Birmania ho scelto di navigare sul fiume Irrawaddy, anziché prendere aerei e autobus come fan tutti? La risposta è in questa poesia di Osho.

Dicono che persino un fiume prima di riversarsi nell’oceano, tremi di paura.

Guarda all’indietro per tutto il suo percorso, le cime, le montagne, la lunga strada sinuosa attraverso le foreste e attraverso i villaggi e vede davanti a sé un oceano vasto che, a entrarci dentro, sarebbe come sparire per sempre.  

Però non c’è verso, il fiume non può tornare indietro. Nessuno può farlo.
 Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
 Puoi solo andare avanti.

Il fiume deve rischiare ed entrare nell’oceano.
 E soltanto quando entra nell’oceano la sua paura sparisce.
 Perché solo allora il fiume capisce che non si tratta di sparire nell’oceano, ma di trasformarsi in oceano.
 Da un lato c’è la sparizione, dall’altro c’è la rinascita. Quindi non preoccuparti.
 Le cose stanno accadendo perfettamente anche per te.


Ecco perché il mio sogno nel cassetto era quello di viaggiare in Birmania solo via fiume, seguendo da Nord a Sud il corso dell’Irrawaddy, fiume divino per i Birmani fin dalla notte dei tempi. Lo stesso corso d’acqua che fece da sfondo a “Giorni in Birmania” di George Orwell e che salvò il Siddharta di Hermann Hesse. Quel fiume, che per due saggi barcaioli era voce della vita, di ciò che è eternamente in divenire.

Andare lungocorrente, era questa la mia idea, seguirne naturalmente il corso, per capire qualcosa sul quadro generale della vita, trovarne il senso, osservarla nella sua poetica bellezza. Sarei partita da Bhamo nel Kachin, una cittadina fluviale nel Nord della Birmania e avrei navigato fino a dove l’Irrawaddy si snoda nel suo delta. Sei braccia protese verso il Golfo del Bengala e il mare delle Andamane. Per alcuni un fiume che si riversa in un oceano è geografia, per altri il raggiungimento del Nirvana.

Navigare sul fiume Irrawaddy fino a raggiungerne la foce era per me era un nuovo motivo di viaggio.

Navigare sul fiume Irrawaddy è anche ammirare dei tramonti. Qui siamo a Bhamo, nello stato Kachin.
Tramonto a Bhamo, cittadina fluviale sull’Irrawaddy, nello stato Kachin.

 

Navigare sul fiume Irrawaddy è un’incognita. Può andarti male, può andarti bene. Dipende dalle correnti e dal periodo dell’anno.

Durante la stagione secca, da dicembre fino ad aprile, di tanto in tanto le imbarcazioni si arenano sui banchi di sabbia rimanendo ferme per ore e accumulando ritardi di giorni. Se vai contro corrente, navigando da sud verso nord, il viaggio è molto più lento. Anche il nome è un enigma, perché quello che io scrivo e pronuncio Irrawaddy in Birmania è anche Ayeyarwady or Ayeyarwaddy. E sa solo Dio come si pronuncia. Queste erano le poche informazioni che avevo tratto dal web prima di partire. Consigli e opinioni confuse di tanti IwannabeChatwin che come me hanno voluto sfidare la natura e navigare sul fiume Irrawaddy malgrado (anche loro) brancolassero nel buio fino all’ultimo istante.

Navigare sul fiume Irrawaddy è una meravigliosa incognita e a volte mi sono scoraggiata. Giorgiana Scianca, Wowtheworld
Stiamo scherzando vero??? Vabbé, io ci provo lo stesso.
Navigare sul fiume Irrawaddy. Qui siamo a Bhamo, la cittadina del Nord dove partono le barche dirette a Katha e Mandalay. Photo Giorgiana Scianca, Wowthewold
A Bhamo, il tratto di fiume Irrawaddy da dove è partita la mia barca diretta a Katha.

Nonostante questo ci ho provato e ce l’ho fatta: ho navigato da Bhamo a Katha, poi da Katha fino a Mandalay. Dalla città più religiosa della Birmania sono scesa ancora, lungo le acque che lambiscono il magico regno di Sagaing fino alla mitica Bagan, un luogo affacciato sul fiume e sospeso nel mito. Da lì, ho raggiunto via terra il Sud, fino alla regione del Delta dell’Irrawaddy, e dalla cittadina di Pathein ho ripreso a navigare lungo l’omonimo fiume, l’emissario dell’Irrawaddy, che come lui termina la sua corsa gettandosi nel mare delle Andamane. Dopo una notte a bordo di un’altra imbarcazione epica, ho raggiunto la remota isola di Haigyi, a pochi chilometri dalla foce del fiume Pathein. Ero finalmente a un passo da Mawdin Point dove si trova una pagoda immersa nel mare, faro di questo mio lungo andare. Gli ultimi chilometri che mi separavamo dalla mèta, li ho percorsi sfrecciando con un motorino sulla spiaggia di Mawdin. Avevo il cuore in gola osservando la Pagoda materializzarsi nella mia realtà, dopo che per mesi era stata solo un puntino leggendario sulla cartina.

Questa corsa nel vento verso Mawdin è stata la cosa che più si avvicina all’idea che ho di libertà e senso di compiutezza.  Dai primi passi di questa avventura, iniziata a Bhamo e fino a Mawdin, ci sono voluti 14 giorni di soste e navigazione. Un’esperienza grandiosa, fatta di tanti incontri e molti silenzi, di albe fiammeggianti e altre inghiottite dalla nebbia, di picchi di sconforto e di felicità. Un viaggio per godermi il Tempo. Di riflessione sulle mie scelte e le mie vittorie, giorni per convivere con i miei fantasmi e frustrazioni e con la mia continua ricerca di senso. Lo cerco nelle immagini che scatto e nei progetti sconclusionati che inseguo. Sono stati giorni e notti spaesati, altri invece facili e allegri. Qualche ora prima di lasciare la Birmania, dove in totale sono rimasta 1 mese e mezzo, avevo già nostalgia del presente e quando il mio aereo è decollato da Yangon è stato come chiudere la porta, forse per sempre, di una casa che ho amato infinitamente, malgrado tutte le sue imperfezioni.

È stato un viaggio geografico e mentale che segna una nuova pietra miliare nel corso della mia vita.

Navigare sul fiume Irrawaddy in Birmania infonde calma. Photo Giorgiana Scianca, Wowthewold

Navigare sul fiume Irrawaddy. Vista dalla cittadina di Katha, Birmania. Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheworld
L’ansa del fiume Irrawaddy su cui si affaccia la cittadina di Katha.
Navigare sul fiume Irrawaddy fino a Mandalay, la città più religiosa della Birmania. Photo Giorgiana Scianca, Wowthewold
Mandalay.
Navigare sul fiume Irrawaddy verso la collina del regno di Sagaing |Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheoworld
Il sacro tratto di fiume tra le colline di Mandalay, Sagaing e Bagan.
Navigare sul fiume Irrawaddy fino alla favolosa piana di Bagan | Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheoworld.
Prima dell’alba su Bagan. La piana dai 3000 templi sorge lungo il fiume Irrawaddy, a 8 ore di navigazione da Mandalay.
Barca notturna da Pathein a Mawdin Point. Birmania |Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheoworld
Imbarcazione notturna in viaggio da Pathein all’isola di Haigyi, a pochi km da Mawdin.
Naviagare lungo l'irrawaddy fino al Delta e alla pagoda di Mawdin point | Photo © Giorgiana Scianca
Destinazione raggiunta! La pagoda di Mawdin, nel mare delle Andamane, distante dalla foce del Delta dell’Irrawaddy.
Mawdin Pagoda, Myanmar wowtheworld. Photo © Giorgiana Scianca
Mawdin Point con l’alta marea.

Bisogna saperlo fin dall’inizio. Navigare sul fiume Irrawaddy usando le imbarcazioni pubbliche vuol dire anche affrontare lunghe tratte sia di notte che di giorno e diversi inconvenienti fuori programma; momenti in cui dovrai decidere fino a che punto sei disposto a mollare le redini del tuo viaggio. È importante, perché da quell’attimo, e per il tempo che rimarrai in questo Paese, la tua scelta implicherà un segno più oppure un meno davanti alle tue emozioni. Nervosismo e stupore non convivono bene nello stesso viaggio. Io ho scelto la meraviglia. E ho capito che la dolcezza delle persone che ho incontrato in Birmania, su queste barche e in questo fiume, mi hanno ampiamente ripagata delle loro incuranza per le condizioni igieniche in cui vivono e dei trabiccoli con cui si spostano; della vaghezza di orari di partenza e soprattutto di arrivo. E così sia, è uno stato d’animo che gli si legge in volto. Ed è contagioso.

Navigare sul fiume Irrawaddy. Una donna birmana viaggia serafica su una barca governativa | Photo © Giorgiana Scianca
Un donna in viaggio sulla mia stessa barca, sull’Irrawaddy verso Mandalay.
Navigare sul fiume Irrawaddy, in Birmania, significa viaggiare spesso di notte | Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheworld
Fermata notturna della barca lungo il fiume Pathein
Navigare sul fiume Irrawaddy significa comprare cibo dai venditori galleggianti come noi. Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheworld
Venditori ambulanti lungo il fiume Irrawaddy, tra Bhamo e Katha.

È gente abituata a non pretendere niente, sono secoli che giocano di rimessa. Contro conquistatori, dittatori e nat (ovvero gli spiriti, la cultura birmana fonde armonicamente la tradizione animista con gli insegnamenti del buddhismo Theravada più antico), piegati al Karma e alla natura. Se vogliamo provare a conoscerli dobbiamo rinunciare alla fretta, alle comodità e ai programmi troppo rigidi.

Navigare sull'Irrawaddy, in Birmania del Nord. Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheworld
Sul tetto della barca da Bhamo a Katha.

E poi non è così male perdere il controllo ogni tanto, un evento fuori programma non è una sventura ma un segno da interpretare. Per me, è il segnale che il mio viaggio sta scaldando i motori, che sto entrando in quella dimensione sospesa nel tempo e lontana dalla mia realtà che è il motivo che mi spinge ancora a partire.

Un viaggio me lo immagino come un gettone per un giro di giostra. Stacco i piedi da terra, cedo i comandi alla pancia e uso la testa per sentire il vento tra i capelli.

Navigare sul fiume Irrawaddy, in Birmania, fino al Delta nel fiume Pathein | Photo © Giorgiana Scianca, Wowtheworld Photo © Giorgiana Scianca
Pathein River, Delta dell’Irrawaddy

Per quanto possa durare, quando smetterò di girare, tornerò a camminare sulla strada di prima. Viaggiare e perdere i punti di riferimento è uno stato temporaneo ma fondante della mia vita. Quel gettone è una grande occasione per scoprire qualcosa di me che mi farà salire di una o due tacche sulla mia personale scala di speranza. Di solito è una cosa che mi lascia un senso di invincibilità. Lo considero il palloncino che mi regala il giostraio quando scendo.

Ho scoperto per caso, che il termine con cui viene catalogata la professione di un giostraio è “Esercente a spettacoli viaggianti”. Mai definizione è stata più azzeccata.

Navigare sul fiume Irrawaddy. Un aquilone volteggia su un campo di riso a Bhamo, nel Nord della Birmania | Foto di Giorgiana Scianca, wowtheworld
Un aquilone volteggia su un campo di riso a Bhamo. Viaggiare è come staccarsi da terra per un po’, pur sapendo che c’è un filo che ti riporterà sempre a casa.

Si conclude qui questo mio primo post dedicato al mio lento navigare sul fiume Irrawaddy, è una panoramica con le diverse tappe e qualche riflessione filosofica sul viaggio. Ma se questa avventura ti intriga puoi leggere i post che ho dedicato alle diverse tappe. Per ora ho pubblicato Sulle rive di Katha, mi sono seduta e ho ascoltato l’Irrawaddy, il racconto del mio arrivo a Katha, cosa ho amato di quel posto e di quanto è stato difficile ripartire. E anche  Da Katha a Mandalay, sul fiume delle grandi speranze, l’esperienza onirica che ho vissuto sul battello che mi doveva portare fino a Mandalay ma che si è rotto durante la navigazione. Ne seguiranno molti altri…


E ora due o tre dritte da sapere per chi, durante un viaggio in Birmania, desidera navigare sul fiume Irrawaddy.

Se vuoi navigare sul fiume Irrawaddy, credo che il percorso che ho fatto io, da nord a sud, ovvero da Bhamo a Bagan, sia un’ottima opzione. Si può raggiungere comodamente il nord con un volo da Mandalay oppure da Yangon e poi seguire la corrente verso sud. È un tipo di viaggio adatto a persone contemplative, amanti della lentezza e che non badano troppo alle scomodità.

Navigare sul fiume Irrawaddy | Il tratto Bhamo-Katha-Mandalay

Si può percorrere su imbarcazioni pubbliche, il che significa immergersi totalmente in una realtà Birmana a costi irrisori e probabilmente sulla barca non ci sarà nessun turista tranne te. Metti in conto 5 giorni tra viaggio sul fiume e tappe intermedie.

Navigare sul fiume Irrawaddy | Il tratto Mandalay-Bagan

Da ottobre 2017 non è purtroppo più servito da imbarcazioni pubbliche, ma esclusivamente da traghetti per turisti. I costi lievitano e si perde l’autenticità dell’esperienza. Anche se ha un sapore totalmente diverso, le imbarcazioni sono molto più comode e puoi condividere il tempo con altri viaggiatori. La vista della collina di Sagain la mattina presto (si trova a 20 minuti di navigazione da Mandalay), con le sue decine di templi dorati che luccicano alle prime luci del giorno, è impagabile. Da fare sicuramente.

La durata del percorso da Bhamo a Bagan, considerando di trascorrere mezza giornata a Bhamo, una giornata a Katha e un paio di giorni a Mandalay è di 1 settimana. Per sicurezza, è opportuno avere due o tre giorni di margine nel caso la barca abbia un imprevisto tecnico o si areni su un banco di sabbia. È un viaggio a cui bisogna dedicare del tempo, sacrificando magari qualche giorno in mete più turistiche. Personalmente, ho trovato che la forza dell’esperienza di navigare sul fiume Irrawaddy vale molto di più di un giro in barca sul lago Inle.

Navigare sul fiume Irrawaddy | COME RAGGIUNGERE BHAMO

L’unica soluzione è salire su un aereo da Mandalay o Yangon perché al momento di questo post gli stranieri non sono autorizzati ad arrivarci via terra, né da nord, né da sud.  Bhamo è una piccola cittadina fluviale, per cui i voli sono sporadici e si riempiono in fretta perché lo stesso aereo che parte da Yangon fa tappa a Mandalay, a Bhamo e a Myitkyina (la capitale dello stato Kachin) a circa duecento chilometri a nord di Bhamo. Io ho volato con la Myanmar National ma per controllare tutte le opzioni affidati all’ottimo portale FLYMYA.com https://flymya.com

Navigare sul fiume Irrawaddy | COME MUOVERSI LUNGO IL TRAGITTO

Traghetto Bhamo-Katha: A momento del mio viaggio (novembre-dicembre 2017) la fast boat da Bhamo a Katha partiva tutti i giorni alle otto e mezza la mattina mentre la slow boat era operativa solo di lunedì, mercoledì e venerdì. Io ho preso la fast boat che per arrivare a Katha ha impiegato 7 ore. Non mi sono informata sui tempi della slow boat, visto che nessuno dei giorni di partenza coincideva con i miei. Parte alle 8:30 di mattina e costa 12000 Kts (circa 7 euro).

Traghetto Katha-Mandalay: Ho preso la slow boat che parte il mercoledì alle 17:30, che anche in questo caso è operativa solo in alcuni giorni della settimana. Il passaggio ponte costa 13.000 kts (circa 8 euro) la cabina 54.000 Kts (33 euro). Il lato positivo della cabina è la protezione dall’umidità della notte. Navigare sul fiume Irrawaddy tra novembre e febbraio significa mettere in conto che il vento e temperature basse possono rendere difficile la notte sul ponte. La cabina è basica, la mia non aveva il bagno e il letto era un materasso sottile su una brandina di ferro. Non ci sono lenzuola, solo una coperta di lana infeltrita. I bagni sono comuni, basici anche quelli e di solito senza carta igienica. Ci sono diverse prese elettriche sparse per il ponte e almeno una nella cabina. A bordo c’è una cucina che provvede alla colazione a base di riso o noodles. Per i pasti meglio portarsi del proprio cibo a bordo. In ogni caso, alle fermate per fare salire e scendere passeggeri, ci sono sempre decine di “ristoratori” ambulanti e venditori di frutta.

La fast boat invece ha partenze quotidiane. Per vuoi qualche informazione in più su giorni e orari per navigare sul fiume Irrawaddy, puoi provare a scrivere alla reception dell’hotel Katha (hotelkatha@gmail.com). Sono molto disponibili con i turisti, nonostante il loro inglese incerto.

Traghetto Mandalay – Bagan Ci sono più compagnie che coprono il percorso, le più economiche costano 42$ e offrono anche la colazione e il pranzo a bordo. Non immaginarti la Costa Crociere, la qualità del cibo sulla mia era medio bassa: pane in cassetta e marmellata confezionata a colazione e un piatto di noodles con un accenno di pollo a pranzo. Partono più o meno tutte alle 7:00 del mattino con arrivo alle 17:00. Solitamente gli spazi esterni hanno poltrone in bambù dove si può stare seduti a leggere, prendere il sole o godersi uno splendido panorama.

Per tutte le tratte ho acquistato i biglietti sul posto, il giorno prima della partenza. Non ho riscontrato problemi.

A Bhamo e a Katha la biglietteria si trova sul viale centrale che si affaccia sul fiume, per sapere la posizione precisa ve la indicherà l’albergo sulla mappa o chiederà a un moto taxi di accompagnarvi.

Per la tratta Mandalay – Bagan i biglietti sono speso venduti direttamente dalle reception degli hotel. Io ho usato la compagnia RV Shwe Keinnery https://www.rvshwekeinnerycruise.com

Navigare sul fiume Irrawaddy | DOVE DORMIRE

Dormire a Bhamo: il più consigliato dal web è il Friendship Hotel che però ho trovato pieno. Consiglio di chiamare in anticipo (074 50095) tenendo presente che, almeno fino a novembre 2017, ovvero al tempo del mio viaggio, non era possibile prenotarlo online. Io ho ripiegato sul Grand Hotel. Quanto è pomposo nel nome, nella facciata verde a specchio e nei prezzi (doppia uso singola 35 $), tanto è decadente all’interno. Per Bhamo era l’unica opzione prenotabile su Agoda, alla fine mi sono trovata abbastanza bene.

Dormire a Katha: mi sono trovata benissimo all’hotel Katha, è ben tenuto e la vista dalle camere su una zona verde e residenziale della cittadina è molto piacevole. La singola, trovata in offerta su Agoda, l’ho pagata 12 euro. Katha è il classico posto con un fascino tutto suo, di quelli che una volta arrivata vorresti rimanere per qualche giorno in più. Cerca di prenotare lì 😉

Dormire a Mandalay: Una volta che la barca da Katha arriva al molo di Mandalay non farti fregare. I tassisti si caricano di prepotenza sulle spalle il tuo bagaglio, così che scendi dalla barca senza fatica, ma poi ti propongono prezzi pompati contando sul fatto che non conosci le distanze e sei sfinito dal viaggio. Ricorda che la cifra corretta per raggiungere il centro della città è di 3000 Kts. A me è stato chiesta l’astronomica cifra di 7.000 Kts per salire su un mototaxi e di 10.000 Kts per un taxi chiuso. Io mi sono trovato benissimo all’hotel A1, pulitissimo e con camere ampie (crca 20 euro a notte, sempre su Agoda). Forse solo un po’ rumorose a causa del costante chiasso dei motorini di Mandalay, ma con i tappi è tutto risolto.

Navigare sul fiume Irrawaddy | CONSIDERAZIONI GENERALI SU QUESTO TIPO DI ESPERIENZA

Cosa troverai viaggiando lungo l’Irrawaddy: navigare sul fiume Irrawaddy ti premette di assaporare un pezzo autentico e attualissimo della vita birmana. Avrai molto tempo per osservare le loro usanze. Ad esempio, se trascorri una notte a bordo come ho fatto io, sarai testimone di quando al mattino si spargono il tanakha sul viso, di quello che fumano, di come trattano i loro bambini, del tipo di rapporto che hanno con la natura. Vedrai che buttano in acqua ogni genere di rifiuto ma anche che sono innamorati dei paesaggi che vedono scorrere dalla barca. E che si sentono parte del fiume. La vita lungo le sponde è molto animata da pescatori, gente che si lava, persone che circolano sulle loro lance magari per trasportare qualcuno che si imbarca al volo sulla tua slow boat.

Cosa non troverai: chiarezza negli orari, comfort e pulizia. Praticamente nessuno parla inglese quindi impara in anticipo qualche frase birmana e preparati ad affrontare tentativi di conversazioni in inglese, da cui uscirai sfinito ma felice di aver creato un minimo di contatto umano.

COSA SERVE PORTARE DURANTE UN’AVVENTURA LUNGO L’IRRAWADDY

Acqua per bere e carta igienica

Un buon sacco a pelo d’inverno e un sacco lenzuolo nella stagione calda.

Una torcia e una giacca a vento.

Piccoli giochi per i bambini che incontrerai, li adoreranno.

Crema solare, occhiali da sole e un cappello.

Un buon libro e musica.

Salviette umidificate e salviettine intime.

Dulcis in fundo: sul fiume c’è linea internet! Anche se non sempre e non alla massima potenza. Appena arrivi in Birmania procurati una Sim MPT (2000 Kts, circaq 1,5 euro) e contestualmente acquista un piano dati di qualche GB (es 7 GB 10.000 Kts, circa 7 euro).

 

 

11 thoughts on “Navigare sul fiume Irrawaddy. Benvenuti sullo spettacolo viaggiante.”

  1. Ciao sono Marco e ho letto questo appassionante racconto del tuo viaggio sul fiume Irrawaddy e le interessanti riflessioni collegate.
    Complimenti!
    Mi hai ispirato e sto pensando di fare una cosa simile.
    Sono in partenza per il Myanmar a metà febbraio e sto cercando di capire se sarà praticabile il tratto da Bhamo a Bagan, hai qualche suggerimento di dove poter ottenere queste informazioni online?
    Dato che starò in Myanmar 13 giorni dovrebbero bastarmi contando anche i due o tre giorni di lasco che suggerivi e i trasferimenti, con spero almeno un giorno residuo per visitare Bagan.
    Credo invece sarà dura visitare altri luoghi oltre a questi attraversati dal fiume.
    Vorrei quindi chiederti un suggerimento: secondo te è fattibile con queste tempistiche o rischio di arrivare a Yangon all’ultimo?
    E anche, data la tua esperienza di un mese e mezzo, se luoghi diciamo più rinomati come Inle lake o altre zone come il triangolo d’oro o Ngapali beach che non visiterei sono una perdita che ci si può concedere a fronte della bellezza del viaggio via fiume.

    Grazie da un viaggiatore come te

    1. Caro Marco, piacere di conoscerti.
      Sono felice di averti ispirato a fare questo viaggio via fiume, cerco di rispondere alla tue domande.
      Di solito febbraio è stagione secca in Myanmar, per cui navigare su alcuni tratti dell’Irrawaddy potrebbe non essere possibile. C’è da dire che leggendo un quotidiano locale ho scoperto che nel nord della Birmania sono in corso alluvioni, come se il periodo monsonico fosse arrivato prima.
      https://www.mmtimes.com/news/mandalay-disaster-response-team-work-other-groups-north.html
      I cambiamenti climatici non risparmiano proprio nessuno! Questa per te è una buona notizia perché potresti trovare l’Irrawaddy in piena come se fosse aprile. Ti consiglio ovviamente di monitorare il Myanmar Times per rimanere aggiornato.

      Quanto ai tuoi 13 giorni, ho fatto una rapida simulazione ce la dovresti fare senza problemi a navigare tra Bhamo e Katha, da Katha a Mandalay, da Mandalay a Bagan, per poi prendere un volo, autobus notturno o treno da Bagan fino a Yangon.
      Il mio consiglio è vedere almeno per un giorno Yangon appena arrivi, così inizi a familiarizzare con la Birmania. Ma non di più, se vuoi vedere bene Yangon lasciala per la fine, così se i tempi sulle barche si allungano hai un margine di sicurezza.
      Da Yangono valuta di prendere il volo per Bhamo di mattina presto così trascorri la giornata nella cittadina e ti organizzi per la partenza via fiume del giorno, si spera. Se poi, una volta sul posto capisci che le barche non partono, o non partono tutti i giorni, sei sempre in tempo a volare su Mandalay e riprendere il tuo viaggio facendo un percorso più tradizionale, quindi Bagan e Inle. Ma vedrai che le barche viaggiano…se le cose non sono cambiate dalla fine del 2017, non c’è modo di vedere online gli orari e i giorni in cui partono le barche.
      Da Bhamo scendi a Katha, prendi la fast boat ci mette meno ed è un viaggio splendido che puoi anche goderti seduto sul tetto. Infatti quando ti dicono “fast boat”non immaginarti un motoscafo, andrà si e no a 20 all’ora 😉
      Una volta a Katha (io ci sono arrivata alle 4 del pomeriggio) cerca di rimanere almeno una notte. Non c’è molto da vedere, ma è molto piacevole l’atmosfera ex coloniale e la vita lungo il fiume è spettacolare.
      La mia barca per Mandalay, una slow boat governativa che viaggiava di notte, è partita il giorno dopo da Katha verso le 17 ed è arrivata a Mandalay alle 20 circa della giorno dopo (con un cambio di barca a metà viaggio perché si era rotto il motore…come ho scritto sul post preparati a vivere qualche inconveniente). Come ho scritto sul mio post prendere la cabina è l’unico modo se non vuoi dormire sulle assi di legno del ponte, al freddo della notte umida, come fanno tutti i birmani. Ma loro sono abituati. Di cabine di solito ce ne sono solo due o tre..
      A questo punto sarai stanco, fermati almeno 1 giorno (e 2 notti) a Mandalay, che è una città molto interessante. Ma va vista con gli occhi giusti, a molte persone che ho incontrato non è piaciuta. Se vorrai ti posso consigliare un paio di posti che a me hanno lasciato molto.
      Finalmente da Mandalay puoi raggiungere Bagan come vuoi; via fiume in 7 ore, o per autobus o treno (decisamente più veloci), a quel punto vedi tu come ti senti e quanti giorni ti rimangono. Secondo i miei calcoli, se le barche viaggiano e nessuna si è bloccata su un banco di sabbia, una volta raggiunta Mandalay saranno passati solo 4 giorni da quando sei volato a Bhamo.
      Quando avrai raggiunto Bagan prenditi i tuoi tempi, sarà la prima tappa in cui ti sentirai in un posto leggermente più vicino ai nostri standard occidentali, sia come cibo che per la gente che avrai intorno. Il che è molto riposante.

      Per me il viaggio via fiume era una specie di imperativo, ma ovviamente avevo il tempo di vedere anche altre cose. Nel tuo caso la scelta è più difficile. Bagan è imperdibile, su questo non si discute, quanto a Inle a me non ha fatto impazzire ma forse perché ho trovato brutto tempo.
      Sei un viaggiatore e sai bene come alcune cose che chiamano me potrebbero non emozionare te, e viceversa, quindi leggi tanto e poi decidi di pancia e vai. Considera che viaggerai in un periodo di bassa stagione, il che ti da il lusso di poter decidere i tuoi spostamenti giorno per giorno avendo certezza di trovare posto. L’unico limite sono gli aerei forse..

      Quanto a posti particolari oltre a quelli visitati ce ne sono tanti ovviamente, ma conservali per il prossimo viaggio. Io sono della filosofia che è meglio vederne pochi ma avere il tempo per goderteli e farli un po’ tuoi.
      Spero di esserti stata utile, e se ti serve altro scrivimi.
      Giorgiana

      1. Grazie cara, grazie mille, risposta super esaustiva.

        Sì hai ragione concordo anch’io che è meglio veder meno posti e goderseli, calarsi nella loro atmosfera piano, altrimenti rischi di aver corso, aver visto tante cose che però “scalfiscono” solo la superficie.

        Accetto anche il tuo consiglio sul leggere molto, la pancia per ora è sulla linea di andare via fiume.
        Giusto se avanzassero un paio di giorni qualora non ci fossero contrattempi vorrei andare a godermi il mare.
        Attendo volentieri i tuoi consigli su Mandalay.

        Marco

        1. Un’altra domanda, va specificato sulla richiesta di e-visa o in qualche altra sede che si intende viaggiare per Bhamo dato che fa parte di un’area ad accesso ristretto per gli stranieri?

          Grazie, Marco

          1. Da quel che leggo ancora oggi l’accesso a Bhamo non è consentito agli stranieri solo se viaggiano via terra. Mentre puoi tranquillamente arrivarci in volo, come quando ci sono andata io. Personalmente, non ricordo di aver indicato nulla in questo senso sulla mia richiesta di VISA, prova magari a vedere (o chiedere) sul sito dell’ambasciata italiana in Birmania

    1. 93.67.97.218
      Ma di che! A Mandalay non perderti un giro al mercato della Giada, specie la mattina presto. Poi cerca la strada dove lavorano i buddha di marmo bianco, è assurda e interessante! Infine il monastero -tempio fatto tutto di teak, il Kyaung Shwe In Bin, dove regna una tranquillità assoluta. Dopodiché appena fuori da Mandalay l’U bein bridge è va vedere, ponte in teak lungo 1,2 km, ma organizzati per andarci all’alba, perché di giorno e al tramonto è gremito di gente. A me è piaciuto andare a Mingun, oltre il fiume, dove si trova la Hsinbyume Pagoda, tutta bianca immacolata. Buon viaggio!

  2. Ciao Giorgiana, indagando su TripAdvisor e con flymya sembra che per ora si possa raggiungere Bhamo via bus da Mandalay e quindi tenterò dato che non ci sono più biglietti aerei disponibili.
    Pensi convenga prenotare già ora essendo forse una tratta poco servita?
    E in caso hai qualche consiglio su che compagnia prenotare?

    1. Ciao Marco, non ho particolari consigli sulle compagnie di autobus, ma come ti ho scritto in privato pochi minuti da controlla bene che Bhamo sia raggiungibile via terra se sei straniero. Fino al 2017 ci potevi arrivare solo via fiume o con l’aereo.

  3. Ciao Giorgiana! Eccomi qui, tornato da pochi giorni da questa grande avventura birmana, con ancora negli occhi e nel cuore i sorrisi di cuore di tanti birmani che ho incontrato, come ad esempio quello che una donna, dopo una notte in bus, 13 ore di viaggio di cui 2 di avventuroso sterrato, mi ha rivolto mentre scendevamo assieme a Bhamo.

    Come promesso voglio lasciare un aggiornamento per chi decidesse di intraprendere questa avventura lungo l’Irrawaddy.

    Come appena accennato sono riuscito ad arrivare a Bhamo via bus, bus che ho prenotato al mio arrivo in aeroporto a Mandalay, all’ufficio informazioni turistiche dello stesso.
    Non e’ stato cosi’ fortunato l’unico turista occidantale che ho incontrato in citta’. La mattina in cui siamo partiti alla volta della fast boat mi ha detto che a Mandalay gli hanno negato la possibilita’ del bus, quindi sembra che al momento sia possibile ma non certo andare a Bhamo via bus.
    BHAMO per me e’ valsa la visita e l’ho trovata quasi incontaminata dal turismo, perlomeno occidentale, quindi per chi vuole assaporare una citta’ birmana autentica e’ perfetto, ci saranno forse difficolta’ con la lingua ma google translator puo’ soccorrervi.
    Il grand hotel di Bhamo e’ caro e con una qualita’ non grand, a parte la colazione.
    Poche altre opzioni per soggiornare e non so se piu’ convenienti, di sicuro non lo e’ il paradise hotel dove ha soggiornato il mio compagno di barca.

    A proposito di barca, ho preso la fast boat x 15000 kyat, a quanto pare era l’unica soluzione possibile in quel periodo, mi hanno ripetuto piu’ volte: no slow boat.

    Il viaggio in barca ha ripagato ampiamente la fatica di quello in bus, veramente interessante condivedere il tragitto con gli abitanti dei villaggi lungo il fiume e vedere come si svolge la loro vita sul fiume e sulla barca, i venditori che attraccano e tutte le altre belle cose descritte molto bene da Giorgiana. In piu’, il tetto della fast boat offre una visuale a 360′ e la possibilita’ di perdersi nella vastita’ e bellezza del paesaggio e riflettere.

    A KATHA ho soggiornato anch’io all’hotel Katha, molto buono, volendo si possono trovare anche sistemazioni piu’ economiche e vicine alla riva del fiume, come l’Ayeyarwaddy guesthouse.
    Purtroppo non c’erano fast boat in partenza causa livello troppo basso del fiume.
    Il giorno dopo ho controllato anche nell’ufficio delle slow boat governative e non ne partivano fino a domenica ed esendo giovedi’ ho deciso di continuare via bus. Katha e’ abbastanza interessante ma non tanto da starci 4 giorni, per me e’ stato bello soprattutto passeggiare lungo le rive del fiume nel bel mezzo dell’attivita’ incessante dei suoi abitanti o sul letto del fiume dove la fanno da padrone coltivazioni di mais e arachidi.
    Infine aggiungo che non sarei cosi’ sicuro che quella slow boat sia davvero partita la domenica!

    Appendice sulla crociera Mandalay-Bagan che ho effettuato.. che dire, di certo speravo di trovare qualche local ma evidentemente utilizzano altri mezzi meno cari.
    Ci avevo provato ma non sono riuscito a capire che imbarcazioni utilizzano e quindi mi sono ritrovato in questa barca gremita di turisti occidentali come me, con cui ho potuto condividere esperienze di viaggio e fare amcizia e fare anche un po’ di festa..il fascino dell’Irrawaddy e le riflessioni personali sono appannaggio pero’ del primo viaggio in barca, quell’indimenticabile unico Bhamo-Katha.

    Concludo ringraziando Giorgiana ancora una volta, un abbraccio a te!
    Alla prossima avventura

    Marco

    1. Caro Marco, bentornato a casa. Grazie per le preziose informazioni che ci hai scritto. Sei tornato appena in tempo prima che il mondo ci chiedesse di rimanere a casa. Forse per te sarà più facile con i ricordi della tua Birmania che ti verranno in aiuto. Auguro a tutti noi lo stesso, ora più che mai nutriamoci della memoria di un viaggio che abbiamo amato. In attesa paziente di ripartire verso un futuro diverso, magari migliore di com’era. A tutti, un abbraccio. Giorgiana

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